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Giornata Nazionale dei Disturbi Alimentari

Marzo è il mese del Fiocchetto Lilla, e oggi 15 Marzo si celebra la giornata nazionale dei Disturbi Alimentari, un’occasione speciale per sensibilizzare e promuovere la consapevolezza sui disturbi del comportamento alimentare (DCA). Queste problematiche, che colpiscono milioni di persone in Italia e nel mondo, spesso rimangono invisibili e trascurate, ma hanno un impatto profondo sulla salute fisica e mentale di chi ne soffre.

 

I DCA includono una serie di condizioni, come l'anoressia nervosa, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata, che non riguardano solo il rapporto con il cibo, ma anche la percezione di sé e il controllo emotivo. Questi disturbi possono colpire persone di qualsiasi età, genere e background anche se si concentrano prevalentemente tra adolescenti e giovani adulti. L’età d’esordio si è abbassata e non è raro ormai trovare forme di disturbi del comportamento alimentare anche tra bambini e preadolescenti.

Rappresentano una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani dei paesi occidentali e, pertanto, sono stati inclusi dal Ministero della Salute tra le priorità relative alla tutela della salute mentale.



L' Anoressia Nervosa (AN) e la Bulimia nervosa in particolare- sono stati inclusi tra le priorità relative alla tutela della salute mentale in quanto problema di salute pubblica in costante aumento in tutti i Paesi.


Dimensione del fenomeno

I dati dell’ultima rilevazione del Ministero della Salute ci segnalano che in Italia più di tre milioni di persone soffrono di DNA e la maggior parte sono soprattutto ragazze e Donne. Un problema tipicamente femminile: riuscire a dimostrare di esistere scomparendo.

Facendo del male a se stesse alla ricerca di essere viste, amate comprese.

Un disturbo che evidenza una conflittualità intrapsichica e relazionale relativamente a: il processo di separazione individuazione e la costruzione dell’identità di genere.

Spesso la Donna o Ragazza con DNA è portatrice di ideali, obiettivi e desideri che appartengono all’ambiente nel quale cresce, ma non a sé stessa. Il fallimento dell’ideale femminile che il modello di riferimento femminile (la madre) possedevano ma che non sono state in grado di realizzare, perché dedite esclusivamente al legame di coppia e alla famiglia, porta al rischio che le figlie diventino il ricettacolo delle identificazioni proiettive materne, acquisendo così in un certo senso il compito di realizzarle, diventando ciò che le madri non sono potute diventare. Un carico emotivo che spesso non è facile sostenere.

Dobbiamo insegnare alle giovani ragazzi il senso di autodeterminazione, la libertà di essere se stesse di affermarsi per ciò che realmente si desidera essere.


La Donna è una creatura meravigliosa estremamente fragile e complessa.


Alessia Ruzzeddu







 
 
 

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