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#25 novembre 2023

Ancora qui a parlarne ancora a ricordare le 107 vittime da inizio anno, una ogni 72 ore! Oggi le piazze però di tutte le principali città d'Italia hanno dimostrato a tutti che occorre dire basta e occorre farlo lavorando insieme per cambiare la cultura, educando i nostri figli ad amare con rispetto. Oggi in piazza donne, uomini di ogni età, ragazzi e ragazze, famiglie, bambine e bambini chiedono però anche interventi concreti, interventi di prevenzione ma soprattutto una giustizia capace di garantire certezza della pena.

I fatti di cronaca degli ultimi giorni, in particolare l’omicidio di Giulia Cecchettin, hanno riportato con forza al centro del dibattito la violenza maschile contro le donne. È un tema che in questo periodo dell’anno, da oltre un ventennio, è affrontato con crescente consapevolezza in occasione del 25 novembre, in cui ricorre appunto la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Com’è nata questa Giornata, in che modo tocca le nostre vite e perché ancora oggi abbiamo bisogno di questa ricorrenza, 24 anni dopo la sua istituzione.

Perché proprio il 25 novembre?

La data per ricordare questo fenomeno a livello internazionale è stata scelta in memoria di Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, tre sorelle della Repubblica dominicana vittime di violenza. Il 25 novembre 1960, mentre andavano a fare visita ai loro mariti – detenuti perché si opponevano al regime trujillista -, vennero rapite da agenti del servizio di informazione per poi essere stuprate, torturate, uccise. Gli agenti abbandonarono i corpi delle tre donne in un precipizio a bordo della loro auto, simulando un incidente stradale. Una volta scoperto l’accaduto, dopo la fine del regime, in occasione del primo incontro femminista latinoamericano e caraibico tenutosi nel 1981 a Bogotà, venne scelta questa data come ricorrenza contro la violenza maschile verso le donne.

Questa settimana, sulla spinta emotiva suscitata dal femminicidio di Giulia Cecchettin, il Senato ha approvato all'unanimità una nuova legge sul contrato alla violenza sulle donne promossa nei mesi scorsi dalla Ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, che dovrebbe rafforzare le misure già in essere e favorire la prevenzione dei fenomeni più gravi. In particolare è prevista una maggiore severità, con l'inasprimento delle misure cautelari, verso i cosiddetti "reati spia", cioè quelli che sono indicatori di violenza di genere (percosse, lesioni, minacce, atti persecutori, etc.).

Per vedere gli effetti del nuovo provvedimento occorrerà tempo ma ora abbiamo più leggi che dovrebbero rendere più severe le pene per i reati di violenza contro le donne.

Ma è importante anche ricordare dove chiedere aiuto diffondere una cultura attenta alla violenza contro le donne e, più nello specifico, la conoscenza e la consapevolezza della rete di servizi che già oggi può aiutare ad affrontare il fenomeno.

Il numero nazionale antiviolenza è sempre attivo ed è il 1522 non esitiamo a contattarlo ai primi segni.


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