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RISPETTO e MEMORIA

Immagine del redattore: Alessia RuzzedduAlessia Ruzzeddu

Inizia all’insegna di due giornate importantissime il 2025, l’anno giubilare che ci spinge a tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza e a fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale rimettendo al centro valori sociali e civili come il rispetto di se stesso, dell’altro, dell’ambiente, delle regole, delle diversità. Rispetto secondo l’istituto Treccani è risultata la parola dell’anno  che si è appena concluso, un vocabolo scelto «per la sua estrema attualità e rilevanza sociale a cui il Parlamento Italiano nel 2024 ha voluto dedicare una giornata -20 Gennaio 2025- per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica circa la necessità di prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.

Istituita con la legge n.70 del 17 maggio 2024 (art. 4), la giornata del Rispetto cade nel giorno della nascita di Willy Monteiro Duarte, brutalmente assassinato il 6 settembre 2020 mentre tentava di difendere un amico in difficoltà, «luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio», recita la motivazione per il conferimento della Medaglia d’oro al valor civile alla memoria.

Rispetto una parola che sin dalla sua etimologia evoca  il riguardo, la considerazione, la riverenza, in qualsiasi forma di rapporto o relazione (la parola respectus, dal latino respicere significa appunto riguardareavere riguardoconsiderare). Il rispetto è una questione di giustizia, non è una virtù ma un atteggiamento, un modo di stare in relazione, un modo per essere giusti davanti a se stessi, davanti agli altri e per testimoniare quel senso di amore cristiano che ci ispira ad “amare il nostro prossimo”.

Le parole rilasciate dal Presidente della Repubblica  Sergio Mattarella, nella giornata del Rispetto, sono profonde ed evocative di un dovere morale e di un impegno quotidiano e personale per una società più equa e vivibile:

Rispetto è valore universale in ogni dimensione. Rispetto verso sé stessi, rispetto verso gli altri, rispetto verso il pianeta: rappresentano il primo passo per una società vivibile, che assume i criteri della solidarietà, della coesione sociale, della reciproca accoglienza, della sostenibilità.

Rispetto è segno di maturità: significa scegliere di godere della propria libertà appieno, in armonia con gli altri e con sé stessi, in un contesto che garantisce diritti e responsabilità di ciascuno.

Rispetto è antidoto contro l’odio, la discriminazione, la violenza e la prepotenza che tendono, talvolta, a riproporsi come segno di affermazione, laddove corrispondono, invece, a manifestazione di fragilità e incertezze, che ci riporta l’attenzione al rapporto con l’altro.

Essere rispettosi è esercizio di libertà».

Quella libertà di cui, per assurda idiozia vennero privati i tanti Ebrei vittime dell’olocausto che il 27 Gennaio di ogni anno nella Giornata Internazionale della Memoria dobbiamo ricordare perché, Odio, discriminazione, violenza sono ancora troppo presenti nella nostra società.

Gennaio da’ avvio ad un nuovo anno all’insegna di due giornate di grande riflessione.

Il giorno della Memoria è un giorno dei giorni dell'uomo contro l'uomo, della persona contro la persona, è il giorno della riflessione, della preghiera e del silenzio.

Quel silenzio duro, del tutto invisibile che ancora oggi popola quei luoghi simbolo della tragedia umana a cui l'umanità, perennemente, assiste nel ricordo di quei giorni tristi, condannando senza riserva l'intolleranza, l'odio e l'aggressività. 

E nella Memoria che, come sostiene la senatrice a vita Liliana Segre dobbiamo “Coltivare perché è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare” dobbiamo trovare la forza di attivarci tutti per educare la società civile e soprattutto le giovani generazioni al rispetto dell'altro, seppur diverso nell'essere e nel pensiero. E' un dovere morale!.


Alessia Ruzzeddu

 

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